LA CHIESA

La chiesa venne costruita al di sopra delle catacombe di San Senatore e, molto probabilmente, sul luogo stesso dell’antica chiesetta dedicata al santo. Prende il suo nome dalla stella che compare sul manto della Vergine (in un quadro oggi posto sull’altare maggiore) e, soprattutto, dal simbolo dei Carmelitani che la officiano dal 1561 (anno in cui la ricevettero in dono , insieme all’annesso Convento, da parte di Cristoforo e Ludovico Savelli).

Madonna Della Stella


Ingrandita nel 1663, nel 1676 crollò completamente, ad eccezione della cappella dove era ospitata l’immagine della Vergine. Grazie alle elemosine del popolo e ai 230 scudi offerti dal Comune, la Chiesa fu subito riedificata dal Cardinale Coscia e dal Principe Savelli, che fece erigere a sue spese l’altare maggiore, oltre a concorrere ai lavori di ricostruzione.
L’edificio presenta una facciata molto semplice, articolata su due piani sormontati da un timpano triangolare con oculo, e scandita verticalmente da lesene coronate da capitelli ionici: il portale centrale è affiancato da due nicchie e sormontato da una finestra, nella quale è alloggiata l’immagine della Vergine. Vi è miracolosamente conficcato (secondo la tradizione popolare) un piccolo sasso, lanciato da un carrettiere di passaggio. L’interno è a una sola navata. La zona presbiteriale è sottolineata dal monumentale altare maggiore, in marmo policromo in stile barocco realizzato nel 1687; al centro, in una cornice sorretta da angeli, è alloggiato il prezioso quadro (XIV sec.) con la Vergine e il bambino, sul mantello della quale risalta la stella aurea che donò il nome alla Chiesa.
I quattro altari simmetricamente disposti lungo le pareti laterali sono impreziositi da tele della fine del XVII-XVIII secolo. Nella controfacciata interna, sopra la porta d’ingresso, è alloggiata l’importante iscrizione monumentale, sormontata dallo stemma familiare, fatta apporre da Giulio Savelli (che nel 1697 avrebbe venduto Albano) in ricordo della consacrazione della Chiesa. Vicino alla Chiesa sorge il cosiddetto “Cimitero della Peste” costruito con soldi pubblici nel 1883, come sottolineato nell’iscrizione posta sulla monumentale entrata originaria, dal vescovo di Albano Giovanni Francesco Falzacappa. Vi sono deposte principalmente le spoglie di coloro che morirono nell’epidemia di colera dell’agosto del 1867, tra le quali anche Teresa d’Austria e suo figlio Gennaro, come ricordato in una lapide.